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La sua scoperta, inseguita per una vita, si deve ad un archeologo preistorico, specialista internazionalmente riconosciuto di Paleolitico inferiore, attualmente direttore del Museo Preistorico di Pofi, Italo Biddittu.Una domenica mattina del marzo 1994, Biddittu perlustrava il tracciato di una strada ancora in costruzione poco fuori Ceprano, dove aveva in precedenza messo in luce documenti di frequentazioni preistoriche antichissime, frutto di oltre 30 anni di ricognizioni sul territorio.
Inizio così con questa scoperta solo in parte casuale, un lavoro paziente di setacciatura del terreno e di analisi stratigrafica coordinate da una èquipe dell'Is.I.P.U. dal geologo Aldo Segre e dalla paleontologa Eugenia Segre Naldini. La scoperta fu notificata alla competente Soprintendenza Archeologica del Lazio che autorizzerà in seguito ad effettuare scavi e ricerche in tutta l'area.Prima che il fossile umano potesse essere studiato in modo approfondito, è stato necessario ricostruirlo a partire dalla cinquantina di frammenti che erano stati pazientemente rinvenuti, un lavoro che a richiesto anni. Nonostante manchi della faccia (in particolare l'assenza dei denti rappresenta una lacuna ai fini dell'interpretazione dei reperti) "Argil", l'Uomo di Ceprano, parla da solo.
Ma perché e importante quel mezzo cranio fossile senza volto?Intanto perché se ne trovano pochi di reperti come "Argil", ma non solo per questo. La sua morfologia è sorprendente, mostrando caratteristiche mai viste tali da far pensare a una sorta di "anello mancante", tassello fondamentale alla radice della divergenza fra la linea evolutiva che nel corso dell'ultimo mezzo milione di anni condurrà, in Europa, all'affermazione dell'uomo di Neandertal e una seconda linea, più probabilmente africana, che ha portato alla comparsa e successiva diffusione della nostra specie.
L'Uomo di Ceprano, "Argil", è ancora più importante perché rappresenta, in qualche modo il "nonno" di tutti noi. Metaforicamente lo è di tutti gli europei, essendo il più antico rappresentante adulto e sufficientemente completo dei primi uomini che popolarono il nostro continente.In effetti, ancora non si sa quando (circa 2 milioni di anni fa) da un cespuglio di ominidi, ancora non propriamente umani, dall'Africa arrivarono in Europa, né è nota con precisione la traiettoria di questa diffusione verso occidente, verso nord.
E' assai probabile che venissero proprio dalla regione a sud del Caucaso, avendone percorso le pianure fluviali, costeggiato il Mar Nero e attraversato il Bosforo. Molti pensano che ciò possa essere accaduto parecchio prima di 1 milione di anni fa, ma al momento i fossili umani più antichi rinvenuti in Europa, rispettivamente in Spagna - Atapercua e in Italia - Ceprano non superano gli 800-900 mila anni dal presente.Lo studio e le analisi sul cranio di Ceprano sono tuttora in corso e iniziano a darci le prime risposte concrete sull'esatto significato da attribuire a questa straordinaria scoperta.